Risultati, prossimo turno, classifiche

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Nessuna partita resterà indelebilmente impressa nella storia di un popolo come lo è stata Brasile-Uruguay, finale del mondiale 1950, meglio nota al mondo intero come il Maracanazo.
Il termine spagnolo Maracanazo si riferisce, appunto, alla sconfitta contro ogni pronostico del Brasile contro l’Uruguay, il 16 luglio 1950, al Maracanã di Rio de Janeiro. Il risultato maturò nella gara decisiva del girone finale della quarta edizione dei Mondiali di calcio, che assegnò alla Celeste il suo secondo titolo di campione del mondo.
Il campionato mondiale di calcio del 1950 fu l’unico in cui il titolo venne assegnato non con una finale in gara unica, bensì al termine di un girone all’italiana tra le nazionali che avevano vinto i quattro gruppi della prima fase. La prima classificata del girone finale si sarebbe aggiudicata la Coppa Rimet.
Quindi al Brasile era sufficiente il pareggio, addirittura passò in vantaggio…
Ma si svegliò l’orgoglio uruguagio, si svegliò la velocità di Alcides Ghiggia. Al 66′ spunto fulminante e assist per il pari di Juan Alberto Schiaffino”, al 79′ rasoiata micidiale che valse il secondo titolo iridato alla Celeste, dopo quello del 1930.
Brasile: Barbosa, Augusto, Juvenal, Bauer, Danilo, Rigode, Friaça, Zizinho, Ademir, Jair, Chico. C.T.: Flavio Costa.
Uruguay: Maspoli, M.Gonzales, Tejera, Gambetta, Varela, Rodriguez Andrade, Ghiggia, Perez, Miguez, Schiaffino, Moran. C.T.: Juan Lopez.
Arbitro: Reader (Inghilterra)
Marcatori: Friaça 47’ (BRA), Schiaffino 66’ (URU), Ghiggia 79’ (URU)
La rosa del Frosinone: Raffaele Trentini, Egidio Fumagalli, Piero Del Sette, Livio Da Col, Giovan Battista Benvenuto, Filippo Amici, Franco Caputi, Claudio Cosimi, Bruno Graziani, Luigi Marozza, Roberto Moroni, Franco Rosati, Dino Cherubini, Mario Santececca, Angelelli, Di Tommaso e Tommassini.
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La Maia Cat era una squadra aziendale di Mentana. Alla fine degli anni ’60 erano tante le aziende che partecipavano ai campionati federali. Tanto per citarne qualcuna la Stefer, l’ATAC, la Centrale del Latte, Lara 4 Stelle di Aprilia, la Fulgorcavi di Latina. Le squadre erano formate da ottimi giocatori che preferivano il “posto sicuro” ad una carriera incerta.
La Maia Cat, nel frattempo gioca al “Francesca Gianni”, in un impianto nel cuore di San Basilio, una delle tante borgate dormitorio che circondano Roma.
Nel 1974-75 cede il titolo alla Lodigiani
Franco Cordova detto “Ciccio”, nato a Forlì il 21 giugno del 1944 da famiglia napoletana.
Nell’estate del ‘76, entrato in rotta col presidente giallorosso Gaetano Anzalone (il quale aveva concluso la sua cessione al Verona), Cordova rifiuta il trasferimento e, «per ripicca» chiede e ottiene un clamoroso passaggio ai rivali della Lazio
Ha disputato diciotto derby. Dodici con la Roma (tre vinti, quattro persi e cinque pareggiati) e sei con la Lazio (due vinti, uno perso e tre pareggiati)
ROMA – LAZIO 2-1
domenica 26 ottobre 1969
Marcatori: 64′ Spinosi, 73′ Landini, 90′ Massa
LAZIO – ROMA 1-1
domenica 1 marzo 1970
Marcatori: 48′ Fortunato, 60′ Capello
LAZIO – ROMA 1-1
domenica 15 novembre 1970
Marcatori: 69′ Dolso, 86′ Petrelli
ROMA – LAZIO 2-2
domenica 14 marzo 1971
Marcatori: 30′ Santarini (aut), 39′ Zigoni, 60′ Chinaglia (rig), 74′ Salvori
ROMA – LAZIO 0-1
domenica 12 novembre 1972
Marcatore: 34′ Nanni.
LAZIO – ROMA 2-0
domenica 11 marzo 1973
Marcatori: 32′ Garlaschelli, 38′ autorete Santarini.
LAZIO – ROMA 2-1
domenica 9 dicembre 1973
Marcatori: 33′ Negrisolo, 46′ Franzoni, 67’ Chinaglia.
ROMA-LAZIO 1-2
Domenica 31 marzo 1974
Marcatori: 5′ autorete Pulici, 47′ D’Amico, 50′ Chinaglia (rig)
ROMA – LAZIO 1-0
domenica 1 dicembre 1974
Marcatori: 36′ De Sisti.
LAZIO – ROMA 0-1
domenica 23 marzo 1975
Marcatori: 76′ Prati
LAZIO – ROMA 1-1
domenica 16 novembre 1975
Marcatori: 54′ De Sisti, 78′ Chinaglia.
ROMA- LAZIE 0-0
domenica 14 marzo 1976
LAZIO – ROMA 1-0
domenica 28 novembre 1976
Marcatori: 40′ Giordano.
ROMA – LAZIO 1-0
domenica 27 marzo 1977
Marcatori: 13′ Conti B.
ROMA – LAZIO 0-0
domenica 20 novembre 1977
LAZIO – ROMA 1-1
domenica 19 marzo 1978
Marcatori: 10′ Clerici (aut), 55′ Giordano (rig).
LAZIO – ROMA 0-0
domenica 12 novembre 1978
ROMA – LAZIO 1-2
domenica 18 marzo 1979
Marcatori: 17′ Cordova (aut), 58′ De Sisti (aut), 88′ Nicoli.
In seconda divisione salvezza tranquilla per la Cisco di Lopez.
Retrocede l’Isola Liri
Le primavere di De Rossi e Sesena
Cisco Roma:
Alessandro, Amadio, Angeletti, Bagalini, Balzano, Bellè, Barraco, Caracciolese, Cassandra, Ciofani, Coladarci, Costanzo, Cottini, Cruz, Di Fiordo, Ferri, Goretti, Guglielmelli, Lafuenti, La Rosa, Lo Piccolo, Luciani, Mallardi, Martorelli, Mazzarani, Morbidelli, Paoletti, Rossini, Sola. All.: Giovanni Lopez
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Isola Liri 0-3 Manfredonia Isola del Liri, 31 maggio 2009
Manfredonia 2-0 Isola Liri Manfredonia, 7 giugno 2009
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Isola Liri:
Barchiesi, Bombara, Brunetti, Buitkus, Cagnale, Cirelli, Cori, D’Alessandro, D’Avanzo, D’Imporzano, Dolcemascolo, Fiorini, Galuppi, Giacalone, La Cava, Luciani, Mastrantoni, Matrisciano, Mollo, Pagano, Pignalosa, Ranalli, Risi, Sannibale, Tomei, Tortori. All.: Giuseppe Ferrazzoli, poi Luciano Zecchini
TABELLINO DELLA FINALE DI ANDATA
JUVENTUS (4-2-3-1): Branescu; Untersee, Gouano, Rubin (80′ Schiavone), Liviero; Appelt, Chibsah; Spinazzola, Beltrame (61′ Margiotta), De Silvestro; Padovan (63′ Libertazzi). A disposizione: Sluga, Belfasti, Magnusson, Schiavone, Bouy. Allenatore:: Baroni.
ROMA (4-2-3-1): Pigliacelli; Nego, Orchi, Romagnoli, Barba; Viviani, Verre; Politano, Ciciretti (53′ Cittadino), Piscitella (46′ Frediani); Tallo (86′ Leonardi). A disposizione: Proietti Gaffi, Sabelli, Carboni, N. Lopez. Allenatore: A. De Rossi.
Arbitro: Abbattista di Molfetta.
Marcatori: 4′ Viviani (rig.), 17′ Tallo, 64′ Libertazzi.
Fulvio Bernardini
(Roma, 28 dicembre 1905 – Roma, 13 gennaio 1984)
Esordiente praticamente bambino nella Lazio (a quattordici anni, nel gennaio 1920 contro l’Esquilia) come insuperabile portiere, Bernardini venne costretto dalla famiglia, dopo gli esiti di un calcio alla testa, a dirottarsi in un ruolo meno rischioso.
Nell’estate del 1926 decise di provare una nuova esperienza trasferendosi a Milano, all’Inter di Luigi Cevenini III. Il giocatore fu conteso dall’Inter e dalla Juventus, ma scelse i nerazzurri, che gli offrirono anche un posto in banca e la possibilità di studiare economia presso l’Università commerciale Luigi Boccon. In seguito Fuffo venne acquistato dalla Roma nel 1928, indossando la casacca giallorossa fino al 1939, nel ruolo di centromediano. Fu anche capitano della squadra, pare su specifica richiesta del compagno Attilio Ferraris IV. Sfiorò lo scudetto. Sono gli anni in cui la squadra si aggiudica le due edizioni della coppa internazionale Cappelli e Bernardini è il volto e l’anima della “Roma testaccina” per un decennio.
Insieme ad Attilio Ferraris IV costituì una coppia grintosa e carismatica.
Debuttò in Nazionale italiana il 22 marzo 1925 nella partita amichevole Italia-Francia 7-0. Fu il primo giocatore romano e centromeridionale a indossare la casacca azzurra
Venne clamorosamente escluso dalle rose che parteciparono ai vittoriosi mondiali casalinghi del 1934 e quelli francesi del 1938, in quanto Vittorio Pozzo lo ritenne poco adatto al progetto tecnico che aveva in mente. A tal proposito Bernardini ricorderà nella sua autobiografia le parole con le quali il tecnico lo escluse dalla nazionale: «Vede Bernardini, lei gioca attualmente in modo superiore; in modo perfetto dal punto di vista della prestazione individuale. Gli altri non possono arrivare alla concezione che lei ha del gioco e finiscono per trovarsi in soggezione, dovrei chiederle di giocare meno bene. Sacrificare lei o sacrificare tutti gli altri? Lei come si regolerebbe al mio posto?» Per tale motivo le sue presenze con la maglia azzurra si fermarono a 26 gettoni.
Nel 1949 Bernardini torna alla Roma in veste di allenatore, guidando eccezionalmente la squadra giovanile dei giallorossi nella finale del Torneo di Viareggio del 1950 persa contro la Sampdoria, ma la sua avventura fu interrotta da un brusco esonero.
Approda alla Lazio nel 1958 dopo che aveva condotto la Fiorentina allo scudetto, portandola anche a giocarsi la finale di Coppa Campioni contro il Real Madrid. Bernardini riesce a conquistare con la Lazio la Coppa Italia, primo trofeo dei biancocelesti. Il trenta novembre del ’60 però la società decise di sollevarlo dall’incarico: il tecnico pagò la grave crisi economica del club
Oltre allo scudetto alla guida della Fiorentina e ne conquista un altro con il Bologna.
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