1941-42: la Roma fu aiutata da Mussolini?

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Lo scudetto vinto dalla Roma, nel 1942, rappresenta un evento storico per il calcio italiano. Per la prima volta, dal 1898, il titolo viene vinto da una squadra del centro-sud, prima di allora lo scudetto non era mai sceso sotto Bologna. Il campionato partì il 26 ottobre 1941, e terminò il 14 giugno 1942. In realtà quella Roma era veramente forte: la squadra aveva in Amedeo Amadei il proprio elemento di spicco e riuscì ad avere la meglio sul nascente Grande Torino.

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Le opinioni nordiste di Mario Soldati e Gianni Brera, sostenute da una dichiarazione di Helenio Herrera rilasciata in seguito al suo esonero dalla panchina romanista nel 1971, diffusero la leggenda che la Roma conquistò il titolo tricolore con l’aiuto politico del Duce, perché Benito Mussolini, era desideroso di vedere una squadra della capitale, vincere lo scudetto. 

Bombardamenti in Italia

Brera sosteneva che durante quel torneo ci furono attacchi aerei da parte dell’Inghilterra, nel corso della Seconda guerra mondiale, i quali avrebbero colpito l’Italia settentrionale e risparmiato la capitale. Bisogna precisare che la prima ondata di bombardamenti in Italia ci fu’ dall’undici giugno 1940 e finì nell’autunno dello stesso anno. La seconda ondata iniziò nell’ottobre del ’42 e terminò nel maggio del ‘45.

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La chiamata alle armi

Viene citato come metodo utilizzato dal Duce per aiutare la Roma nella vittoria dello scudetto, ma da una visione dei fatti completa, è stato verificato che tra le prime sei classificate del campionato ‘40/41 e quelle del ‘41-42 non si registrano movimenti o “sparizioni particolari”. Quindi le formazioni di Torino e Venezia (le principali contendenti della Roma) non vennero private di alcun elemento.

A quei tempi il militare durava diciotto-ventiquattro mesi e si partiva all’età di venti-ventuno anni. Il Bologna, campione in carica, arrivò settimo iniziando il torneo con 3 sconfitte consecutive, senza avere giocatori in età da militare.

Per quanta riguarda la Roma, il presidente Edgardo Bazzini pregò Monzeglio, rientrato col ruolo di direttore tecnico, di adoperarsi per avvicinare alla Capitale cinque giocatori impegnati sotto le armi nel nord Italia. Si trattava di Cappellini, Acerbi, Donati, De Grassi e Benedetti. Monzeglio, che era di casa a Villa Torlonia, fece arrivare l’istanza a Mussolini in persona. Questi rispose con un diniego, motivandolo col fatto che gli erano state sottoposta altre questione similare. Soltanto alla fine di dicembre del ’41 la matassa si sbrogliò, ma Di Pasquale titolare nelle prime otto partite fu spedito al fronte

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Roma fascista

La Lazio che giocava allo Stadio del Partito era molto più vicina al fascismo ed ebbe come consigliere e vice-presidente Giorgio Vaccaro, fino al 1933.  Vaccaro giunse a Roma da bambino e da romano d’adozione arrivò a toccare le massime gerarchie fasciste. Lasciò la Lazio nel 1933 per divenire presidente della F.I.G.C. fino al 1942.

P.S.

Piola venne alla Lazio quando gli fu imposto di prestare servizio militare a Roma!!!

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La storia

1922 nasce il Fascismo

1927 nasce la Roma

1939 inizia la II guerra mondiale

1942 la Roma vince lo scudetto

Ma perché aspettare quindici anni per far vincere uno scudetto alla Roma? Non era più logico, ai fini propagandistici, scegliere un momento più opportuno (per esempio quando ci fu’ la bonifica dell’Agro Romano)?

Il regime avrebbe potuto favorire la Roma in queste occasioni
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Un elemento importante è lo scontro diretto del 10 maggio 1942 – con le squadre in testa alla classifica con il medesimo punteggio – l’arbitro Galeati annullò una rete regolare ai capitolini!!!

Il 14 giugno del 1942 la Roma vinceva il suo primo scudetto. Il trionfo arrivò grazie al secco 2-0 che i giallorossi riuscirono ad infliggere al Modena, costretta insieme al Napoli a retrocedere in Serie B.  

Le congratulazioni di Vittorio Pozzo
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