La leva calcistica del ’68 (testo e significato)

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Francesco De Gregori l’ha scritta nel 1980 ed è all’interno dell’album Titanic. Pubblicato nel giugno 1982. 

Di seguito l’interpretazione di Walter De Bardi

La canzone descrive il provino di un ragazzino di dodici anni per entrare in una squadra di calcio.

 

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Sole sul tetto dei palazzi in costruzione

Sole che batte sul campo di pallone

E terra e polvere che tira vento

E poi magari piove

Il pezzo inizia con queste parole. Con un adolescente che pensa solo a giocare a pallone, su un campetto sterrato, in qualsiasi luogo, con qualsiasi tempo 

Francesco De Gregori

Nino cammina che sembra un uomo

Con le scarpette di gomma dura

12 anni e il cuore pieno di paura

Nino (il ragazzino protagonista) si vede già adulto, ed ha paura di non riuscire a realizzare il sogno che lo vedrebbe cambiare la sua vita

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Ma Nino non aver paura

Di sbagliare un calcio di rigore

Non è mica da questi particolari

Che si giudica un giocatore

Un giocatore lo vedi dal coraggio

Dall’altruismo e dalla fantasia

Può capitare di sbagliare (non solo un calcio di rigore), ma non per questo bisogna avvilirsi.

Le qualità di un giocatore sono altre. Il coraggio di continuare, l’altruismo verso i propri compagni di squadra, e la fantasia cioè la creatività nel trovare le soluzioni migliori

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Roberto Baggio, dopo aver sbagliato il calcio di rigore, ai mondiali del 1994

E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai

Di giocatori tristi che non hanno vinto mai

Ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro

E adesso ridono dentro al bar

E sono innamorati da dieci anni

Con una donna che non hanno amato mai

Chissà quanti ne hai veduti

Chissà quanti ne vedrai

Sono tanti i giocatori che si sono illusi di diventare dei campioni. Ma hanno smesso di giocare senza aver raggiunto il traguardo sperato. E continueranno ad essere tanti…

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Agostino Di Bartolomei, il capitano
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Nino capì fin dal primo momento

L’allenatore sembrava contento

E allora mise il cuore dentro alle scarpe

E corse più veloce del vento

Prese un pallone che sembrava stregato

Accanto al piede rimaneva incollato

Entrò nell’area, tirò senza guardare

Ed il portiere lo fece passare

Nino capisce subito che piace all’allenatore. Ci mette il meglio di se’. Corre come il vento, ha un controllo della palla eccezionale, e realizza un gol. Praticamente una prestazione straordinaria.

Bruno Conti, il numero sette

Il ragazzo si farà

Anche se ha le spalle strette

Questo altr’anno giocherà

Con la maglia numero sette

La poesia termina facendo capire che il provino è superato. Nonostante non abbia un grande fisico, l’anno prossimo giocherà con la maglia numero sette

Non è chiaro a chi è stata dedicata la poesia. Bruno Conti (numero sette) o Agostino Di Bartolomei (il Capitano)…

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