Giancarlo De Sisti: gli esordi

De Sisti si racconta

Giancarlo De Sisti nato a Roma il 13 marzo 1943

“Iniziai con la Forlivesi, una squadra di San Giovanni, dove mi portò mio padre per non litigare con mia madre… Giocavo nella parrocchia di Santa Maria del Buonconsiglio sulla Tuscolana. La sera tornavo a casa sudato e mia madre si preoccupava che mi ammalassi. Mio padre, invece, mi supportava. Lui era stato un buon giocatore di Serie C e non gli dispiaceva affatto l’idea che anche io ricalcassi le sue orme. Insomma, questo era un argomento che li faceva discutere. Per trovare un punto d’incontro mia madre disse a mio padre: “Porta tuo figlio a una scuola calcio dove può farsi la doccia e tornare a casa in condizioni decenti”. Lui non se lo lasciò ripetere due volte. Andammo alla Forlivesi, superai il provino e da lì iniziò tutto”.

Dopo la Forlivesi, quindi, la Roma.

“Esatto, mi notarono all’età di quindici anni. Mi pagarono con undici maglie e undici paia di scarpe. Di questo tipo di materiali ce n’era sempre bisogno”

Il mio percorso in giallorosso inizia nel settore giovanile con due SCUDETTI consecutivi nel “Campionato Ragazzi” nel 1960 con Geza Boldizsar in panchina e nel 1961 con Guido Masetti.

“Ci aggiudicammo anche due coppe Italia. Eravamo una squadra fortissima, tutti potevano sfondare e diventare grandi calciatori di Serie A. In quegli anni appresi molto da Masetti, il portiere e capitano dello scudetto del ‘42. Un uomo dalla spiccata personalità, bastava uno sguardo per capire cosa voleva. Mi insegnò molto”.

Maggio 1960. La squadra Juniores della Roma accolta alla Stazione Termini dal presidente Anacleto Gianni dopo la conquista dello Scudetto di categoria, ottenuto a Firenze nella finale con il Venezia. Da sinistra, in piedi: Labella, Carpenetti, il presidente Gianni, Murgia, Fusco, Brunelli, l’allenatore Boldizsar; accosciati: Ginulfi, Gualandri, Pietrantoni, Bardelli, De Sisti, Di Virgilio e Caputi. La Juniores si ripeterà anche nel 1961 conquistando il secondo titolo di una categoria che vedrà la Roma trionfare altre otto volte dopo il cambio di denominazione in Campionato Primavera.

L’esordio in serie A.

La prima volta in campionato non andò benissimo. Piansi tanto perché non giocai bene. Quel giorno, il 12 febbraio del 1961, l’allenatore Foni mi diede questa grande opportunità, ma mi schierò all’ala destra per sostituire Orlando. Io ero un centrocampista centrale, dal passo nemmeno tanto veloce. Insomma, avevo caratteristiche che non si sposavano al meglio con il ruolo di esterno.

Fiero come un antico romano il diciannovenne Giancarlo De Sisti esce dall’Olimpico in compagnia dell’allenatore Carniglia. Il ragazzo ha segnato contro la Fiorentina il suo primo gol in Serie A, permettendo alla Roma di tornare alla vittoria sui viola in casa dopo quasi dieci anni”.
 “Il Calcio e il Ciclismo Illustrato”, del 18 marzo 1962, dedica la copertina al giovanissimo astro nascente De Sisti, dopo il primo gol in Serie A in Roma – Fiorentina dell’11 marzo 1962.
1963-64. La Roma vince Coppa Italia e Coppa delle Fiere

Ma i sogni della Roma si infrangono presto. Marini Dettina fallisce, e c’è la famosa colletta del Sistina. Così Evangelisti, subentrato a Marini Dettina, non può sottilizzare quando il presidente della Fiorentina Baglini si dichiara disposto a tutto per avere De Sisti, uno dei giovani più promettenti del calcio italiano.

E il primo nome della lista è Picchio De Sisti. Evangelisti spara grosso: 250 milioni, per un ragazzo di ventidue anni, un’enormità. Siamo nell’estate 1965. Giancarlo riceve la notizia della cessione mentre è al Car. È un colpo mancino, Roma non si lascia a cuor leggero. E malgrado cinque anni di serie A, è ancora legatissimo alla famiglia e il distacco gli sembra insopportabile.

Alla Fiorentina resterà 9 stagioni e vincendo uno scudetto, un’altra coppa Italia e la Mitropa Cup.

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