Paolo Carosi, il Barone

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Paolo Carosi nato a Tivoli, 8 aprile 1938 e morto a Roma, 15 marzo 2010.

E’ soprannominato “Il Barone” dai tifosi laziali.

Cresciuto nelle giovanili tiburtine facendo tutta la trafila fino alla prima squadra. Notato da un osservatore della Lazio, nell’estate del 1958 entra a far parte della corte di Fulvio Bernardini. E’ l’anno del primo trofeo, anche se lui è costretto ad osservare dalla tribuna le imprese in Coppa Italia di Lovati, Tozzi, Janich e Prini.

Il suo esordio avviene il 6 gennaio 1959 nel match di Coppa Italia contro il Varese (3-0 per i biancocelesti). In Serie A debutta il 19 aprile 1959 contro l’Alessandria (2-0 per i grigi). Due stagioni in qualità di riserva, quindi l’inserimento stabile in prima squadra proprio in coincidenza con l’anno della prima retrocessione dei biancocelesti nel campionato cadetto.

Con il Tivoli
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Un singolare aneddoto della storia di Paolo Carosi è riferito alla V giornata del campionato 1966-1967. Si gioca a San Siro, Milan-Lazio e l’arbitro Angonese, con i rossoneri in vantaggio per 2-1, fischia la fine dell’incontro con due minuti di anticipo. L’allenatore biancoceleste Mannocci ed alcuni giocatori si rendono conto della svista arbitrale e protestano vibratamente mentre altri, tra cui il Barone Carosi rientrano mestamente negli spogliatoi. Angonese, accortosi dell’errore, richiama in campo le due squadre. Carosi, che è già sotto la doccia, si riveste in fretta e torna in campo, sollecitato dalle preghiere di compagni ed avversari. Non si riallaccia neanche gli scarpini e non torna nella sua posizione abituale (tanto mancavano la miseria di due minuti), stazionando a metà campo. Riceve un pallone innocuo e, vedendo il compagno di squadra Bagatti libero, gli passa la palla di precisione, mandandolo in rete per il gol del definitivo 2-2.

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“Il Barone” in veste di tecnico della Lazio.

Appesi gli scarpini al chiodo, Carosi torna alla Lazio per muovere i primi passi da allenatore. Per cinque anni guida la formazione Primavera, portandola alla vittoria del campionato 1975-1976. In quella squadra maturarono elementi come Bruno Giordano, Lionello Manfredonia, Andrea Agostinelli, Stefano Di Chiara, Maurizio Montesi, Giancarlo Ceccarelli e Massimo De Stefanis. La prima esperienza con i “grandi”  è ad Avellino, nel 1977-78, dove porta per la prima volta la squadra in serie A.

Giorgio Chinaglia, allora presidente dei capitolini, lo chiama alla guida di una squadra sull’orlo della Serie B alla 13ª giornata del campionato 1983-1984 per sostituire il suo ex compagno di squadra, Giancarlo Morrone. Grazie ad un ottimo girone di ritorno, Carosi riuscì a centrare la salvezza. Sarà confermato e poi esonerato la stagione successiva. Infatti eliminata dalla Coppa Italia e con un inizio di campionato con due sconfitte contro Fiorentina e Udinese, Chinaglia decide di dare il benservito al tecnico tiburtino, sostituendolo con Juan Carlos Lorenzo prima e con il duo Oddi-Lovati poi. La scelta non si rivelerà buona e la squadra conclude il campionato con 15 punti retrocedendo in Serie B.

L’anno successivo, subentra all’esonerato Alfredo Magni come allenatore del Monza terminando il campionato all’ultimo posto. Ciononostante i brianzoli vincono dell’Olimpico facendo sprofondare la Lazio ad un passo dalla Serie C.

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Con Lovati
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