Antonio Sbardella

.
.

Antonio Sbardella nasce a Palestrina il 17 ottobre del 1925 e da giovane gioca in porta con la Spes Artiglio. A causa di un infortunio si iscrive al corso per arbitri.

Ha impiegato otto anni per arrivare alla Serie B con Novara-Brescia, e nel 1959 inizia in serie A un’ascesa di ben 11 anni, con Fiorentina-Atalanta. Una salita che termina allo stadio Azteca con Germania-Uruguay (finale per il III-IV posto) vinta dai tedeschi 1-0.

La carriera di arbitro termina dopo aver diretto 167 partite in serie A e 70 incontri internazionali.

Un aneddoto riguarda la sua permanenza in terra messicana (1970). Lo raccontò Nando Martellini. L’episodio che il celebre telecronista romano evidenziò è presto raccontato. “Semifinale con la Germania Ovest. Al gol di Rivera, per dirvi dello spessore di Antonio e l’attaccamento alla Nazionale, lasciò l’aplomb che deve avere un arbitro”. Il racconto va nel dettaglio più bello: “Al gol del 4-3, esultò con me, abbracciandomi, ben consapevole che, in quel momento, svanisse il sogno più grande di un arbitro. Quello di dirigere la finale di un Campionato del Mondo”.

Dopo 20 anni termina il cammino con il fischietto e inizia quella da dirigente.

.
.
.

Da dirigente Antonio Sbardella passa alla Lazio portato da Lenzini: è il 27 maggio 1971, dopo la retrocessione, e portando Maestrelli a ricostruire quella Lazio che già al secondo tentativo, arriva al primo scudetto biancoceleste.

Con Lenzini ci furono scontri di carattere perché Sbardella rimproverava al Sor Umberto di essere permissivo. Una volta voleva far deferire tutta la squadra che non intendeva partecipare al ritiro in assenza dei premi per la qualificazione ottenuta in Coppa Italia.

Di lì in poi avrebbe costruito una Lazio coesa come poche, nella sua storia. Fatta di talenti difficilmente riscontrabili, in altre situazioni e altri periodi, come Re Cecconi, D’Amico, l’irrequieto Chinaglia, il portiere Pulici, Garlaschelli e tutti quelli che giunsero allo scudetto del 1974.

Nel corso della stagione 1973-74, proprio mentre i biancocelesti si avviavano a vincere lo scudetto, Sbardella fu protagonista di un clamoroso passaggio alla Roma di Anzalone, ma il matrimonio si ruppe dopo poche settimane: l’ex arbitro, in disaccordo con il presidente giallorosso e con tanti tifosi che gli rinfacciavano il suo passato laziale, stracciò un contratto da 30 milioni di lire all’anno: era troppo… laziale!

.
.

Nel mondo degli arbitri Antonio Sbardella tornerà dal 1978 al 1983 come responsabile regionale, poi dirige la Divisione Calcio a 5 dal 1989 al 1992. Anno in cui diventa presidente regionale della F.I.G.C. con il nascituro campionato di Eccellenza, iniziato qualche mese prima (1991).

Eletto per tre mandati. Il primo dal 1992 al 1996, il secondo fino al 2000. Il terzo non lo sarebbe riuscito a portare a termine. Di certo il Calcio regionale del Lazio, con lui e i suoi collaboratori, ha avuto una migliore organizzazione.

Lascia la vita terrena, per un male incurabile, il 14 gennaio 2002 a Roma.

.
.
.
Condividilo su:

articoli correlati

commenti

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Leggi anche

La Curva Sud e… Curva Nord

Nei primi anni ’70 non c'era l'odio in curva. La sud era mista di laziali e romanisti c’erano qualche sfottò fatto da una pernacchia...

Risultati e classifiche del 29 ottobre

X giornata VIII giornata VIII giornata VII giornata VIII giornata IX giornata IX giornata

Domenica 28 ottobre 2007

La Roma sbanca Milano. Milan-Roma 0-1. Delude la Lazio. Lazio-Udinese 0-1.