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“Uno è giocatore o non lo è. E se non lo è, non lo diventerà”
Sembrano parole uscite dalla bocca da Zdeněk Zeman, ma in realtà a dirle era ORLANDO DI NITTO, tanti anni prima
La sua categoria che predilige è quella allievi. E dopo aver allenato l’Omi approda alla Tevere Roma. Qui nonostante la giovanissima età, trent’anni, diventa campione d’Italia
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Il suo modo di fare non passa inosservato.
Infatti…
Il neo-presidente della Roma, Gaetano Anzalone, crede tantissimo nei giovani e per primo conferisce una struttura, non solo tecnica ma anche organizzativa, alle giovanili giallorosse.
E si circonda di dirigenti come il responsabile delle minori Franco Cocco, il segretario e talent-scout Camillo Anastasi, il dirigente delle giovanili Massimo De Paolis e l’organizzatore Gilberto Viti, ideatore del Junior Club. A plasmare i talenti in erba ci pensano gli allenatori Antonio Trebiciani, Giorgio Bravi e Orlando Di Nitto. Coadiuvati da Enrico Della Bernarda e Mister Bruni.
È così che il vivaio della Roma degli anni settanta colleziona successi prestigiosi e sforna talenti incredibili che diverranno protagonisti delle vittorie degli anni successivi.
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Il mister si accorge subito del talento che hanno Bruno Conti e Agostino Di Bartolomei (entrambi del ’55) e suggerisce a Liedholm di portarli direttamente in prima squadra… Il Barone è uno che si fida molto di Di Nitto e lo dimostrerà successivamente con altri giovani talenti.
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In piedi da sinistra: l’allenatore Orlando Di Nitto, Avesani, Zelli, Ugolotti, Fazzini, Amenta, Alla, il presidente del Comitato regionale Grandi, il dirigente accompagnatore Di Tommasi.
Accosciati da sinistra: Paolanti, Berdini, Tagli, Massimi e Contenta
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Quando Anzalone lascia, a subentrare c’è Dino Viola. E qui le strade del tecnico di via Teano con la Roma si dividono.
Lui continuerà a valorizzare giovani. Và a Frosinone. Si occuperà della squadra allievi, ma anche della giovanissima prima squadra, militante in serie D: è la stagione 79-80.
Poi il Villalba del Presidente Scrocca. Altra tappa importante. Portandolo in Interregionale!!!
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Descrivere il suo “modus faciendi” farebbe crescere DRITTI tanti ragazzi
… quella volta che diede una PIZZA a Ubaldo Righetti, reo di essersi fatto fare gol di testa da un piccoletto su un corner… (Righetti, vice campione d’Europa con la Roma, gli è sempre stato riconoscente!!!)
Con te è cresciuto un biondino capellone del ‘57, Alberto De Rossi: chissà quanto di tuo c’è stato nel suo modo di allenare.
Con i tanti aneddoti e testimonianze su di lui ci si potrebbe scrivere un libro. E sarebbe molto utile ai giovani allenatori di oggi.
Chissà cosa penserebbe il MISTER del calcio di oggi…