Fausto Coppi

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“Un uomo solo al comando”

Fausto Angelo Coppi nasce a Castellania in provincia di Alessandria il 15 settembre 1919.

Nel 1933 va a Novi Ligure come garzone presso la salumeria Merlano: il negozio di Minghen (Domenico) diventa un punto di riferimento, lui lavora bene e si impegna particolarmente nelle consegne, ovviamente in sella a una vecchia bicicletta. Inizia la sua carriera nel ciclismo a diciotto anni, nel 1937 e due anni dopo passa ai professionisti. Ingaggiato dalla Legnano, la squadra di quel Gino Bartali che diventerà suo grande antagonista, nel 1940 vince il suo primo Giro d’Italia, a soli vent’anni. L’ingresso in guerra dell’Italia blocca la carriera di Fausto, che parte caporale per l’Africa settentrionale

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La parentesi laziale

Nel 1945 Coppi si trovava a Caserta, in un campo di prigionia degli inglesi, dai quali era stato catturato in Africa. L’industriale capitolino Edmondo Nulli, accompagnato da Pietro Chiappini (ex compagno di Coppi nella Legnano), gli offrì un ingaggio per correre nella sua piccola squadra. Coppi accettò all’istante e indossò la maglia arancione della Nulli dopo aver firmato il regolare cartellino FCI con la Società Sportiva Lazio. Nel frattempo, l’amatissimo fratello Serse lo raggiunge a Roma, tesserandosi anche lui per la Lazio e conquistando nella seconda metà dell’anno diverse affermazioni. I due fratelli sono entrambi ospiti della casa di Edmondo Nulli, in via Fazio degli Uberti n.12, al Casilino. A Roma Fausto trascorse l’intera primavera, gareggiando e vincendo, ponendo le basi della sua fenomenale rinascita. Ad agosto il Commendatore Zambrini della Bianchi annuncia che la Casa tornerà alle corse nel 1946 e che Coppi sarà il capitano della stessa.

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Inizia anche la rivalità con l’altro grande campione Gino Bartali, fatta di sorpassi, controsorpassi ed epiche battaglie. Nel 1949 l’anno della consacrazione: centra la vittoria alla Milano-Sanremo, al Giro d’Italia e al Tour de France. Seguono una serie di drammatiche vicende: nel 1950 si procura una tripla frattura al bacino durante il Giro d’Italia e l’anno dopo muore in un incidente durante il Giro del Piemonte l’amato fratello Serse. La sua carriera però riprende subito alla grande: nel 1952 e nel 1953 arrivano le vittorie al Giro d’Italia, al Tour de France e al campionato del mondo su strada. Dopo questi successi uniti anche ad altri, seguono anni meno favorevoli e caratterizzati anche da vicende personali. La sua relazione con Giulia Occhini, la dama bianca, anch’essa sposata, gli procura molte polemiche che sfociano in un processo e una condanna con la sospensione della pena per entrambi. Il 2 gennaio 1960 Fausto Coppi muore all’età di quarant’anni, a causa della malaria contratta durante un viaggio in Africa fatto pochi mesi prima. Nonostante le polemiche e il finale meno glorioso della sua carriera, rimangono nella memoria collettiva le grandi vittorie fatte di tenacia e di forza di volontà, che lo hanno portato frequentemente ad essere “Un uomo solo al comando!”

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