L’arancia meccanica

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La nazionale olandese, arrivata seconda al Mondiale del 1974 in Germania, è universalmente considerata come la squadra che ha rivoluzionato il calcio. Ha  segnato una frattura definitiva determinando un prima e un dopo. Rinus Michels e Johann Cruyff sono stati i profeti

La formazione era una cantilena che molti conoscono a memoria.

Jongbloed, Suurbier, Krol, Haan, Rijsbergen, Jansen, Rensenbrink, Neeskens, Cruijff, Van Hanegem, Rep. Allenatore: Rinus Michels.

 

Johan Cruijff e Franz Beckenbauer

In Italia, ma non solo, si pensava che i numeri delle maglie non solo determinassero un ruolo (2 e 3 i terzini, il 4 il mediano…) ma anche precisi compiti da svolgere. Inoltre, anche fisicamente il numero ti marchiava. Il 4 era basso e tarchiato. Il 9 era muscoloso. L’11 piccolo e velocissimo. Il 2 il più cattivo della squadra. Invece i calciatori dell’Olanda erano praticamente tutti uguali e che poi non si distinguevano in campo in quanto il terzino sinistro te lo ritrovavi a fare il mediano, quello che doveva essere il numero 10 faceva partire l’azione da libero e così via. Gli olandesi si presentarono con Jongbloed, il portiere, col numero 8!!!

Questa era la grande capacità dei diversi calciatori: avere competenze diffuse in parti del campo differenti

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L’Olanda fece il suo esordio ai mondiali in Italia, nel 1934. Partecipo’ a quelli francesi del 1938.  Poi una lunga assenza, fino agli anni ‘70. Da qui cominciarono i successi a livello di club: quattro Coppe dei Campioni consecutive. Nel 1970 con il Feijenoord di Van Hanegem guidato da Ernst Happel. Poi tre dell’Ajax di Cruijff (1971-72-73), guidato da Rinus Michels prima e Stefan Kovács poi. Eppure, nonostante gli straordinari successi internazionali delle squadre di club, l’Olanda non riuscì a partecipare neppure alla fase finale degli Europei del 1972.

La rincorsa ai Mondiali del ‘74 inizia il 1° novembre del 1972, al De Kuip di Rotterdam, gremito per l’occasione. Si capisce subito che c’è qualcosa di nuovo nell’aria. Le maglie arancioni che si vedevano sui giornali colpivano molto perché nessuna squadra italiana vestiva maglie di quel colore e questo risultava strano. Il soprannome, Arancia Meccanica, che identificherà l’Olanda di Cruijff nell’immaginario collettivo, è quanto di più appropriato possibile per indicare   ”l’ ultra-violenza” con cui stordisce gli avversari.

Arancia meccanica è un film del 1971. Un film cult per un’intera generazione e l’opera simbolo della ribellione verso il sistema.

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Praticando un calcio fatto di atletismo e di scambi di ruolo frequenti, oltre ad una frenesia tattica e calcistica metteva in seria difficoltà le squadre avversarie, abituate ad un tipo di gioco meno movimentato e più tattico.

Eppure quella squadra fu sconfitta in finale da un’altra grande squadra; la Germania Ovest. Forse proprio per questo è entrata nel gotha del calcio non per i trofei vinti, ma per un modo di fare calcio e uno stile di gioco che hanno in qualche modo orientato le successive generazioni di allenatori e calciatori.

Il cammino olandese in Germania
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I principi di gioco (vedi il video, ruotare il cellulare per una migliore visione) dell’Olanda

1) pressing a tutto campo, sul portatore di palla

2) trappola del fuorigioco

3) il portiere gioca lontano dai pali, con i piedi

4) calciatori polivalenti, in grado di ricoprire più ruoli, in particolare Cruyff

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