1954: Germania-Ungheria 3-2

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Clamorosa sorpresa in Svizzera:  si fa rimontare due reti dalla modesta ma volonterosa Germania già battuta negli ottavi per 8-3

La locandina del Mondiale del ’54
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La partenza degli ungheresi è micidiale. Prima il «colonnello» Puskas, poi all’ 8’ Czibor  e in solo otto minuti si portano sul 2-0.

Ma Il motto dei tedeschi recita  «mai darsi per sconfitti».

E dopo due minuti accorciano le distanze con Morlock. Il punteggio è riaperto: i tedeschi fiutano odor di pareggio, che arriva al diciottesimo. Un corner partito dalla sinistra di Grosics viene fatto ribattere dall’arbitro Ling, che ravvisa un’irregolarità; sulla battuta tesa di Fritz Walter si lancia Rahn, prontissimo a correggere da pochi passi con una volée imparabile. Il pubblico svizzero si esalta nell’assistere allo straordinario spettacolo: dopo nemmeno venti minuti di gioco quattro gol e qualche altra emozione.

I dolori alla caviglia del colonnello Puskas cominciano a farsi sentire e riprende a zoppicare come nei giorni precedenti la gara. La sorte maligna vuole che proprio a Puskas capitino due palle-gol da sfruttare di fronte al quasi disperato Turek. Ma in entrambi casi si fa parare dal sempre più rinfrancato portiere tedesco i suoi tiri.

La pioggia riprende a cadere sempre più fitta e snervante: sul prato allentato i tedeschi si esprimono meglio rispetto ai tecnicissimi avversari. La preparazione fisica assume straordinaria importanza in una sfida del genere.

A sei minuti dal termine, Rahn lascia partire un destraccio che si infila nell’angolino più lontano. E’ il 3-2 finale

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4-7-1954, Berna (Wankdorf), ore 16.00
Germania O.-Ungheria 3-2
Reti: 6’ Puskas, 8’ Czibor, 10’ Morlock, 18’ e 84’ Rahn
Germania Ovest: Turek, Posipal, Kohlmeyer, Eckel, Liebrich, Mai, Rahn, Morlock, O. Walter, F. Walter, SchaAfer
Ungheria: Grosics, Buzansky, Lantos, Bozsik, Lorant, Zakarias, Czibor, Kocsis, Hidegkuti, Puskas, Toth I
Arbitro: Ling (Inghilterra)

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La rete di Rahn -2-1
La rete di Puskas annullata per fuorigioco
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La Germania
L’Ungheria
DA SX FERENC PUSKAS, GYULA LORANT, NANDOR HIDEGKUTI, JOZSEF BOZSIK, MIHALY LANTOS, JOZSEF ZAKARIAS, JEN BUZANZSKI, JOZSEF TOTH, SANDOR KOCSIC, ZOLTAN CZIBOR
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Successivamente si fecero diverse illazioni sulla vittoria tedesca.

Una venne avanzata addirittura la tesi che le autorità magiare avessero venduto la finale in cambio di una cospicua partita di trattori indispensabili alla propria agricoltura in difficoltà.

Un’altra voce, sempre di parte ungherese, tentò di accreditare la trama di un complotto contro il sistema politico ungherese, una specie di “vendetta” dell’Occidente per il tramite dell’arbitro inglese Ling, la cui direzione arbitrale, peraltro, non aveva destato particolari sensazioni negative.

Infine un’ipotesi, molto meno fantasiosa e più realistica, fino a entrare nella storia della manifestazione, venne lanciata subito dopo la partita: la strepitosa condizione atletica dei tedeschi, capaci di crescere agonisticamente nel finale, proprio mentre i magiari, spossati dal torneo, crollavano, dipendeva da un massiccio ricorso al doping. Venne respinta sdegnosamente dagli interessati. Però qualche settimana dopo la finale di Berna accadde un fatto singolare. I giocatori tedeschi vennero colpiti in massa da uno strano morbo itterico dalle pesanti conseguenze: profondamente prostrati nel fisico, furono costretti all’abbandono temporaneo dell’attività.

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