La Lodigiani

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Tutto cominciò nel marzo del 1972, quando un pugno di dipendenti dell’ingegner Vincenzo Lodigiani patiti per il pallone, convinsero Giuseppe Malvicini, amministratore della società stessa ad iscriversi ad un torneo amatoriale: il Sacop; è così che la Lodigiani fa il suo esordio su i campetti polverosi di calcio. Vinse quel torneo e l’anno dopo partecipò al “Giovanni XXIII” il torneo amatoriale più importante di quei tempi. Superfluo dire che alla prima partecipazione arrivò la vittoria. Malvicini si appassiona e decide di continuare, convince l’ingegner Lodigiani ad iscriversi ad un vero e proprio campionato federale. C’era amicizia con la Libertas Campidoglio e, soprattutto, in seconda categoria l’Orma Vescovio, non aveva più la forza per continuare. La Lodigiani acquisì quel titolo e con la fusione delle tre società partecipa al torneo di II categoria. Si classifica quinta, giocando sul campo dell’Ina Casa in via Selinunte al Quadraro.

Giuseppe Malvicini
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La macchina bianco-rossa (inizialmente i colori sociali erano bianco-rossa-azzurra) non si ferma, rileva il titolo il titolo di promozione dalla Maia Cat e si trasferisce al “Francesca Gianni”, un impianto nel cuore di San Basilio, una delle tante borgate dormitorio che circondano Roma, diventa un riferimento per centinaia di giovani. Il torneo 74-75 è un torneo di assestamento seguiranno altri quattro campionati con alterne fortune, ma si comincia a gettare le basi del settore giovanile. 

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Nel 79-80 è la stagione della prima grande gioia: con una marcia trionfale si approda in serie D, guidati da Mastrantonio in panchina.

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L’ avventura in serie D dura tre anni poi Malvicini capisce che è arrivato il momento giusto per tentare un nuovo salto in alto: con Attardi in panchina e, grazie anche ai consigli di Rinaldo Sagramola, nominato tre anni prima direttore sportivo e poi promosso vicepresidente, prepara una squadra competitiva (nella foto Sagramola vice-presidente, Malvicini Presidente, Giovannelli dirigente, Brigantino direttore sportivo).

Rinaldo Sagramola

Tanto competitiva che centra un fantastico en-plein, conquistando nella stessa stagione la promozione in C2 con un campionato sempre condotto al vertice e la Coppa Italia

Dilettanti. Ma non tradisce la sua filosofia di base: i giovani restano il suo vero tesoro. Anzi, Malvicini impegna ancora più mezzi per il vivaio. E i risultati, la lunga lista di giocatori lanciati in serie A e B, danno ancora una volta ragione al manager piacentino. I primi ragazzi a partire sono Fiori, Silenzi, Apolloni, Onorati ne seguiranno tanti altri. 

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Nel 1990 la Lodigiani lascia il “Francesca Gianni” (nella foto) e si trasferisce alla Borghesiana, diventando un vero e proprio “laboratorio di ricerca”, un settore giovanile invidiato da tutta Italia. Nel 1992 la società capitolina centra la fantastica promozione in C1, in coincidenza con il ventennale della fondazione. Ma è nella stagione 93-94 che la Lodigiani raggiunge il miglior risultato della sua storia, giocandosi la promozione in B ai play-off contro la Salernitana di Delio Rossi. All’Olimpico (25.000 spettatori) si pareggiò 1-1 (gol di Chirico) e poi a Salerno ci fu un crollo “onorevole” 0-4.

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Dopo quegli anni di grande splendore arrivano momenti difficili per la società biancorossa che perde nel 1999 i suoi due condottieri: Malvicini e Sagramola.

Malvicini decide di cedere la proprietà della società al gruppo Longarini; Rinaldo Sagramola va a ricoprire l’incarico di Direttore Generale del Vicenza Calcio. Inizia un periodo di grande difficoltà nel quale la Lodigiani è costretta a subire due retrocessioni consecutive. Nel settembre del 2003, alla guida del Club subentra il Gruppo Cisco con la ferma determinazione di rinverdire gli antichi fasti creando il binomio Cisco Lodigiani. Ma questa è un’altra storia

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