Bernardini tra Roma e Lazio

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Fulvio Bernardini

(Roma, 28 dicembre 1905 – Roma, 13 gennaio 1984)

Esordiente praticamente bambino nella Lazio (a quattordici anni, nel gennaio 1920 contro l’Esquilia) come insuperabile portiere, Bernardini venne costretto dalla famiglia, dopo gli esiti di un calcio alla testa, a dirottarsi in un ruolo meno rischioso.

Nell’estate del 1926 decise di provare una nuova esperienza trasferendosi a Milano, all’Inter di Luigi Cevenini III. Il giocatore fu conteso dall’Inter e dalla Juventus, ma scelse i nerazzurri, che gli offrirono anche un posto in banca e la possibilità di studiare economia presso l’Università commerciale Luigi Boccon. In seguito Fuffo venne acquistato dalla Roma nel 1928, indossando la casacca giallorossa fino al 1939, nel ruolo di centromediano. Fu anche capitano della squadra, pare su specifica richiesta del compagno Attilio Ferraris IV. Sfiorò lo scudetto. Sono gli anni in cui la squadra si aggiudica le due edizioni della coppa internazionale Cappelli e Bernardini è il volto e l’anima della “Roma testaccina” per un decennio.

Insieme ad Attilio Ferraris IV costituì una coppia grintosa e carismatica.

Debuttò in Nazionale italiana il 22 marzo 1925 nella partita amichevole Italia-Francia 7-0. Fu il primo giocatore romano e centromeridionale a indossare la casacca azzurra

Venne clamorosamente escluso dalle rose che parteciparono ai vittoriosi mondiali casalinghi del 1934 e quelli francesi del 1938, in quanto Vittorio Pozzo lo ritenne poco adatto al progetto tecnico che aveva in mente. A tal proposito Bernardini ricorderà nella sua autobiografia le parole con le quali il tecnico lo escluse dalla nazionale: «Vede Bernardini, lei gioca attualmente in modo superiore; in modo perfetto dal punto di vista della prestazione individuale. Gli altri non possono arrivare alla concezione che lei ha del gioco e finiscono per trovarsi in soggezione, dovrei chiederle di giocare meno bene. Sacrificare lei o sacrificare tutti gli altri? Lei come si regolerebbe al mio posto?» Per tale motivo le sue presenze con la maglia azzurra si fermarono a 26 gettoni.

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Da sinistra, in alto: R. Costantino, C. A. Fasanelli, R. Volk, F. Eusebio, A. Chini Ludueña;
Al centro: A. Ferraris (IV), F. Bernardini, R. D’Aquino;
In basso: massaggiatore, A. Mattei (I), G. Masetti, R. Bodini (II).
Con la Roma
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Con la Lazio

Nel 1949 Bernardini torna alla Roma in veste di allenatore, guidando eccezionalmente la squadra giovanile dei giallorossi nella finale del Torneo di Viareggio del 1950 persa contro la Sampdoria, ma la sua avventura fu interrotta da un brusco esonero. 

Approda alla Lazio nel 1958 dopo che aveva condotto la Fiorentina allo scudetto, portandola anche a giocarsi la finale di Coppa Campioni contro il Real Madrid. Bernardini riesce a conquistare con la Lazio la Coppa Italia, primo trofeo dei biancocelesti. Il trenta novembre del ’60 però la società decise di sollevarlo dall’incarico: il tecnico pagò la grave crisi economica del club

Oltre allo scudetto alla guida della Fiorentina e ne conquista un altro con il Bologna.

Con la Lazio
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