Amedeo Amadei, il fornaretto

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“Lasciare che Amadei stoppasse palla a centrocampo voleva dire gol”

Guido Masetti, portiere della Roma campione d’Italia 1942-43

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Amedeo Amadei (Frascati, 26 luglio 1921 – Grottaferrata, 24 novembre 2013)

E’ il 1935 e Amadei, inforcata la bicicletta, attraversa mezza città per arrivare a Campo Testaccio per disputare, all’insaputa dei genitori, il provino che avrebbe per sempre cambiato la sua vita. Nel vederlo giocare la dirigenza romana non ha dubbi, quel ragazzino deve rimanere; ma, superato il provino, c’è un ostacolo ancora più grande da superare, la reticenza di mamma e papà: niente pallone, ma consegne del pane. Per sua fortuna, e per quella dei colori giallorossi, arrivano in soccorso di Amadei le due sorelle che convincono il padre a lasciarlo giocare.

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Esordiente a 15 anni, 9 mesi e 5 giorni in Serie A in Roma-Fiorentina 2-2 (1 maggio 1937). E’ il giocatore più giovane ad aver segnato in Serie A: il 9 maggio 1937 segnò con la Roma all’età di soli 15 anni, 9 mesi e 13 giorni. Fu l’autore del gol della bandiera nella disfatta giallorossa: la Roma perse infatti 5-1 in casa della Lucchese.

Fu il centravanti del primo scudetto della Roma, quello del 1942. Soprannominato “il Fornaretto” per le sue origini e Ottavo Re di Roma durante la sua militanza nella compagine giallorossa, militò in essa dal 1936 al 1948, con una parentesi di un anno a Bergamo nel campionato di Serie B 1938-1939.

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Amadei è stato un autentico genio del calcio e come tutti i geni aveva bisogno di trovare l’ispirazione. Quando questo avveniva (a dire il vero quasi sempre) diventava immarcabile per qualunque difesa. Basta pensare, ad esempio, alla finale di Coppa Italia del 1941. In cinque minuti, dal 14’ al 19’, ‘il Fornaretto’ violò per tre volte la rete della squadra di Valentino Mazzola e Loik, il Venezia. La partita finì 3-3, al ritorno 1-0 per i veneti che si aggiudicarono la coppa

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Nazionale Finché militò nella Roma non ebbe grossi sbocchi in Nazionale, monopolizzata dai campioni del Grande Torino di allora. Dopo il grave incidente di Superga Amadei cominciò a essere spesso convocato e a far parte degli azzurri. Debuttò il 27 marzo 1949, in Spagna-Italia 1-3, nella partita in cui segnò anche il suo primo gol in maglia azzurra – in una delle ultime partite giocate dalle vittime della tragedia granata[6] –, e prese parte ai mondiali del 1950, dove giocò solo nella partita contro il Paraguay del 2 luglio 1950.

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Firenze (Italia), stadio Comunale, 22 maggio 1949. La formazione dell’Italia che incontrò e batté 3-1 l’Austria nella Coppa Internazionale 1948-49. I giocatori portavano una fascia di lutto al braccio in ricordo dei morti del Grande Torino nell’allora recente tragedia di Superga. Da sinistra, in piedi: Carapellese, Boniperti, Cappello, Tognon, Rosetta, Amadei, Lorenzi; accosciati: Bertuccelli, Fattori, Franzosi, Annovazzi.

Squalificato a vita nel 1943 con l’accusa di aver dato un calcio al guardalinee Masseroni (Torino-Roma, Coppa Italia), fu riabilitato da un’amnistia, dopo che il 27 gennaio 1946 il compagno Dagianti ammise di essere stato il vero responsabile di quell’incidente. Da allenatore vinse il Seminatore d’oro nel 1957-58.

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